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Canone Rai. Previsto il calo… chi pagherà la Rai?
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16 ottobre 2023 14:57
 
 
Il ministro dell’Economia ha annunciato che il cosiddetto canone Rai calerà da 90 a 70 euro con l'approvazione della legge di Bilancio 2024 (1). I primi commenti istituzionali parlano di un “percorso virtuoso" che porterà all’abolizione totale entro il 2027.

Cancellato il canone, cosa succede per Rai? L’attuale gettito di 1,7 miliardi all’anno, con questa riduzione dovrebbe passare  a 1,2 miliardi. La Rai farà economia? Mmhhh… non ci sembra proprio… e poi, esauriti i finanziamenti dal pagamento di questa imposta, che fa la Rai, chiude? Mmhhh… anche qui non ci sembra proprio.

E’ evidente che la tv di Stato sarà finanziata  da qualche nuova imposta, magari con qualche punto percentuale in più sulla benzina, eterna e permanente fonte di risorse fiscali… oppure si perderà in quella che viene definita fiscalità generale.

Per capire meglio, è bene ricordare che il governo sta lavorando su una finanziaria basata  sulla crescita del debito pubblico, per mantenere l’attuale situazione e dare maggiori vantaggi a quelle che vengono definite persone meno abbienti.

 In questa crescita del debito dovrà trovare spazio anche il finanziamento della Rai. Potrebbe essere una cosa carina, per chi crede in una tv di Stato, se ci fosse una prospettiva di introiti in crescita, ma non è così: è solo debito che si aggiunge a debito. Allo stato, sembra che l’unico vantaggio sia quello propagandistico di chi si fa alfiere di questa riduzione verso l’estinzione, ché comunque i contribuenti, anche se non con un’imposta diretta come oggi, la Rai dovranno continuare a pagarla.

Ci preme ricordare che, nel lontano 1995, gli italiani chiamati ad un referendum in materia, si espressero per la privatizzazione del servizio pubblico. Un servizio, quindi, dimensionato a quello di informazione e non generalista come oggi, che si dovrebbe pagare da se stesso, al pari di tutti gli altri concorrenti che, invece, oggi sono penalizzati (abuso di posizione dominante) dal fatto che la Rai, oltre a finanziarsi con la pubblicità come loro, usufruisce del canone.

Se si desse seguito a questa volontà popolare, sarebbe da considerare anche il notevole introito per lo Stato dalla vendita della Rai. Il servizio pubblico dovrebbe essere garantito da chi vincerebbe una gara, lo Stato non dovrebbe più spendere soldi per l’informazione sulla sua attività e il mercato radiotelevisivo non sarebbe più condizionato dalla presenza (ripetiamo: abuso di posizione dominante) dell’attuale Rai.
Tutto questo ha però un problema: “puzza” di modernità, economicità, praticità, democrazia dell’informazione e dell’economia del settore… prerogative che non sembrano interessare chi ci governa (ieri come oggi).

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