Ci sono alcuni casi apparentemente marginali della comunicazione che, probabilmente, stanno diventando diffusi. E riguardano due pilastri della nostra comunita': cultura e informazione.
Internet e' una miniera che bisogna imparare ad usare. Una miniera grazie alla quale si possono ottenere risultati ottimi rispetto ai propri interessi, soprattutto rispetto alla reperibilita' di fonti e riscontri per le stesse. Una miniera che, pero', se viene usata solo con velocita', e non utilizzando la velocita' ai propri fini, puo' distorcere e trasformare il punto di partenza.
Su Internet si muovono due siti che sono punti di riferimento e di sviluppo della propria comunicazione: Wikipedia in quanto enciclopedia stabile, Facebook in quanto agenzia di stampa dinamica.
Entrambi sono quello che i navigatori ci pubblicano. Entrambi hanno regole tecniche e comportamentali funzionali alle politiche commerciali dei loro padroni, cioe' aumentare i frequentatori e non aver rogne da nessuna parte, si' da rendere sempre piu' invitante la presenza dei messaggi pubblicitari.
Non hanno una regia come in un film o uno spettacolo, sono solo macchine che non comunicano se non quello che i frequentatori vogliono.
Una situazione delicata che dovrebbe far usare questi mezzi con cautela e considerazione del loro essere vacui. Ma, per l'appunto, e' sempre meno cosi'.
Quante volte sentiamo dire, anche in qualche Tg della Rai: “
e' scritto su Facebook”. In un contesto e con un'enfasi che e' la stessa di quando, negli anni '60, si sentiva dire “
l'ha detto la televisione”... e tutti, all'epoca: “
ah, beh, se l'ha detto la tv vuol dire che e' proprio vero vero”... e oggi: “
eh, beh, Facebook e' Facebook”. Cioe', non “
lo dice il New York Times” con la propria pletora di credibilita', giornalisti, direttori, editorialisti, etc., ma Facebook, un sito Internet dove le notizie sono di chi le mette e la cui storia spesso si esaurisce in “ho x anni, mi piacciono le donne, vivo in provincia di xy, mi piace il film x e la canzone y, queste sono le mie foto e questi i miei amici”.
Inoltre, quante volte leggiamo testi in Internet dove, per avvalorare le proprie esposizioni e i propri riferimenti troviamo link a pagine di Wikipedia,
a mo' di Treccani iper-universale. Finora non ci e' capitato di sentire in un Tg della Rai il riferimento a Wikipedia a mo' di Treccani... ma non escludiamo che a breve possa accadere il contrario.
Noi, quando sentiamo “l'ho letto su Facebook o su Wikipedia” lo valutiamo come “l'ho letto sul sito di Mario Rossi”. E voi?