Buongiorno e grazie della disponibilità, mio fratello ha sottoscritto
un contratto l’anno scorso con linkem senza limiti ricaricabile per
avere internet dove alloggiava (è studente fuorisede a Chieti).
Passati i 4 mesi di promozione, non ha più ricaricato e si è attivato
per la restituzione del modem chiamando il servizio clienti che gli
risposero di non preoccuparsi e che avrebbero provveduto loro. Nel
frattempo mio fratello si è trasferito in un'altra casa (sempre a
Chieti). La settimana scorsa abbiamo ricevuto a Torino, dove ha la
residenza(ma non è presente nel contratto) per posta ordinaria una
diffida da parte dell’avvocato Giovanni Ligato per conto della S.I.R.
Soc. Italiana Recupero Crediti di Firenze in cui gli viene intimato il
pagamento di una somma esosa (221.89 euro!) in seguito a una fattura
di 100 euro mai pagata(e mai ricevuta!) emessa il 15/09/21 e anche di
un sollecito (mai ricevuto) emesso il 18/03/22. Mio fratello ha
parlato sia con quelli della linkem che gli risposero che era
impossibile che lui non fosse stato contattato e di controllare tra le
email (non c’è), sia con un operatrice del recupero crediti che
addirittura lo ha accusato di aver volutamente cancellato la email e
gli ha detto di pagare tutta la somma altrimenti lo avrebbero
denunciato. Entrambi si sono rifiutati di dare prova dell’esistenza
di questa email e quelli della Linkem hanno detto che ormai loro non
potevano più farci niente, insomma doveva sbrigarsela col recupero
crediti.
Aggiungo che sul contratto c’è scritto: In caso di mancata
restituzione dell’apparato ovvero nel caso in cui il Cliente non ne
abbia consentito il ritiro entro 30 giorni dalla disattivazione del
servizio, Linkem avrà la facoltà di addebitare al Cliente l’importo di
Euro 100 per ogni apparato fornito. Mio fratello non ne ha mai vietato
il ritiro ne ha mai cercato di tenerselo per sé.
Questo modo di agire mi sembra molto scorretto e truffaldino, se sono
riusciti a risalire alla residenza dal codice fiscale avrebbero potuto
contattarlo per telefono, email o mandando una lettera all'indirizzo
della vecchia casa(presenti nel contratto).
Chiedo gentilmente qual è il modo più corretto in cui agire. Possiamo
ignorare la lettera dal momento che non è una raccomandata?
Ringrazio anticipatamente,
cordiali saluti
Risposta: Certamente sì! Se tuttavia ci fosse una improbabile (ma possibile) chiamata in giudizio da parte del creditore, previo invio di raccomandata AR (o PEC) all'indirizzo di residenza, occorrerà dimostrare che suo fratello ha adempiuto correttamente alla clausola di risoluzione contrattuale, ivi compreso eventualmente il rilascio del nuovo recapito per le comunicazioni del gestore, a modifica di quello citato alla sottoscrizione.