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Diffida Linkem
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Lettera 
2 luglio 2022 0:00
 
Buongiorno e grazie della disponibilità, mio fratello ha sottoscritto un contratto l’anno scorso con linkem senza limiti ricaricabile per avere internet dove alloggiava (è studente fuorisede a Chieti). Passati i 4 mesi di promozione, non ha più ricaricato e si è attivato per la restituzione del modem chiamando il servizio clienti che gli risposero di non preoccuparsi e che avrebbero provveduto loro. Nel frattempo mio fratello si è trasferito in un'altra casa (sempre a Chieti). La settimana scorsa abbiamo ricevuto a Torino, dove ha la residenza(ma non è presente nel contratto) per posta ordinaria una diffida da parte dell’avvocato Giovanni Ligato per conto della S.I.R. Soc. Italiana Recupero Crediti di Firenze in cui gli viene intimato il pagamento di una somma esosa (221.89 euro!) in seguito a una fattura di 100 euro mai pagata(e mai ricevuta!) emessa il 15/09/21 e anche di un sollecito (mai ricevuto) emesso il 18/03/22. Mio fratello ha parlato sia con quelli della linkem che gli risposero che era impossibile che lui non fosse stato contattato e di controllare tra le email (non c’è), sia con un operatrice del recupero crediti che addirittura lo ha accusato di aver volutamente cancellato la email e gli ha detto di pagare tutta la somma altrimenti lo avrebbero denunciato. Entrambi si sono rifiutati di dare prova dell’esistenza di questa email e quelli della Linkem hanno detto che ormai loro non potevano più farci niente, insomma doveva sbrigarsela col recupero crediti. Aggiungo che sul contratto c’è scritto: In caso di mancata restituzione dell’apparato ovvero nel caso in cui il Cliente non ne abbia consentito il ritiro entro 30 giorni dalla disattivazione del servizio, Linkem avrà la facoltà di addebitare al Cliente l’importo di Euro 100 per ogni apparato fornito. Mio fratello non ne ha mai vietato il ritiro ne ha mai cercato di tenerselo per sé. Questo modo di agire mi sembra molto scorretto e truffaldino, se sono riusciti a risalire alla residenza dal codice fiscale avrebbero potuto contattarlo per telefono, email o mandando una lettera all'indirizzo della vecchia casa(presenti nel contratto). Chiedo gentilmente qual è il modo più corretto in cui agire. Possiamo ignorare la lettera dal momento che non è una raccomandata? Ringrazio anticipatamente, cordiali saluti
Risposta:
Certamente sì! Se tuttavia ci fosse una improbabile (ma possibile) chiamata in giudizio da parte del creditore, previo invio di raccomandata AR (o PEC) all'indirizzo di residenza, occorrerà dimostrare che suo fratello ha adempiuto correttamente alla clausola di risoluzione contrattuale, ivi compreso eventualmente il rilascio del nuovo recapito per le comunicazioni del gestore, a modifica di quello citato alla sottoscrizione.
 
 
 
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