a Marzo 2020 ho chiesto a TIM il passaggio da ADSL a fibra;
il 16/3/2020 ho restituito a TIM il modem ADSL;
il 17/4/2020, non avendo ancora avuto l'attivazione della linea,
sono migrato a Fastweb;
ho avuto l'attivazione Fastweb il 21 maggio 2020;
il 3/6/2020 ho restituito a TIM il modem fibra che nel frattempo
era arrivato;
Sino a dicembre 2020 ho ricevuto bollette da TIM, che non ho
pagato.
Il 18/1/2021 e il 26/3/2021 ho diffidato TIM via PEC dall'inviare
comunicazioni intimidatorie.
Ricevo ora comunicazioni minacciose da una società di recupero
crediti in cui mi si chiedono 485,63 € per bollette non pagate e
rate residue del modem.
Nelle FAQ del sito di AGCOM leggo che è sufficiente comunicare il
codice di trasferimento dell'utenza all'operatore ricevente, che
si occupa di gestire la migrazione.
Vorrei porre termine a questa vicenda, eventualmente chiedendo i
danni per la perdita di tempo e le spese sostenute per la
restituzione degli apparati mai utilizzati.
Potete aiutarmi?
Marco, dalla provincia di BG
Risposta:lei ha fatto le cose per bene. Immaginiamo che la richiesta minacciosa sia arrivata per posta ordinaria o, comunque, posta non tracciabile. Non ha quindi nessun valore e la può ignorare come se non l'avesse mai ricevuta. Ignori anche qualunque sollecitazione che non sia via pec o raccomandata A/R e non perda tempo ad eventualmente interloquire con possibili telefonate che potrebbero giungerle. Solo a fronte di una pretesa fatta con posta tracciabile, visto che ha già diffidato Tim con pec a non continuare in questa opera di disturbo, potrà rivolgersi al Corecom pretendendo anche gli indennizzi del caso per eventuale mancata risposta alla sua precedente diffida:
http://sosonline.aduc.it/scheda/conciliazione+obbligatoria+davanti+al+corecom_15317.php